Spettabile
Redazione,
Gli
scriventi sono attivi come volontari in diverse associazioni
socio/culturali di Saronno (VA) che è una cittadina con giunta di
centrodestra: Lega Nord + SaC . (SaC= Saronno al Centro è una lista
locale che raccoglie elettori dell’area cattolica e la cosa ha
attinenza con quanto esposto più avanti).
Gli
scriventi gradirebbero ricevere una visita di un vostro giornalista
che venga ad indagare su una realtà non conosciuta ai più, ponendo
poche domande ben precise ad alcuni personaggi, dopo aver letto
quanto segue.
Il
fatto è quello dei 32 richiedenti asilo che il Prefetto di Varese,
Franco Zanzi, già nel mese di febbraio del corrente anno, aveva
destinato al comune di Saronno e che dovevano essere accolti in una
cooperativa (Intrecci) creata dalla Caritas Ambrosiana, in un
fabbricato (Le Villette) di proprietà delle Suore della
Presentazione.
Al
progetto si era opposto il Sindaco di Saronno, Alessandro Fagioli che
si appellava a lavori eseguiti nel fabbricato, senza la regolare
licenza e alla non idonea destinazione d’uso dell’edificio.
Il
quadro sinteticamente delineato, ha finora convinto tutti che si
tratti della solita diatriba tra un sindaco leghista e
un’organizzazione religiosa “buonista”, a proposito della
gestione degli immigrati. La situazione invece è più complessa.
Le
associazioni dei volontari scriventi, dal mese di marzo, per
sbloccare la situazione, hanno inviato delegazioni ad incontrarsi con
il Prefetto, con il Parroco, con la proprietà delle Villette (le
Suore).
Proprio
incontrando le proprietarie dello stabile, hanno appreso con
stupore che le Suore erano e sono assolutamente contrarie
all’accoglimento dei richiedenti asilo nella
loro proprietà, pur avendo dato il loro assenso al progetto
della cooperativa “Intrecci” della Caritas Ambrosiana, motivo:
hanno la necessità di vendere l’immobile.
La
cosa sembra essere sconosciuta al Parroco che nelle numerose
interviste rilasciate, continua a parlare solo del Sindaco che si è
messo “di traverso”, ben sapendo che se anche il Sindaco fosse
favorevole, ad opporsi sarebbero le Suore. E intanto non si pensa
ad una soluzione alternativa.
Il
sindaco non può più appellarsi ai lavori non denunciati, perché la
Caritas Ambrosiana ha sanato l’abuso pagando una forte penalità ma
può continuare ad opporsi, unicamente perché le Suore, essendo
contrarie al progetto, non richiedono la variazione alla destinazione
d’uso dell’edificio.
Questa
situazione non solo danneggia economicamente la Caritas Ambrosiana
che si è sobbarcato l’onere dei lavori di ammodernamento,
dell’arredamento dei locali e del pagamento della penale ma sta
generando un danno sociale nei confronti dei richiedenti asilo
per i quali, con la scusa del sindaco che “si è messo di traverso”
non si cerca una soluzione alternativa, utilizzando una differente
sistemazione scelta tra le altre proprietà che la Chiesa possiede
localmente.
Al
Parroco andrebbe chiesto come mai la scelta del locale da affidare
alla Caritas Ambrosiana sia caduta proprio sullo stabile con la
destinazione d’uso inadatta e perché egli non sia ricorso alla
disponibilità dell’ala di estrazione cattolica della giunta, il
SaC, nei confronti del Sindaco leghista.
Alle
suore andrebbe chiesto perché non abbiano ancora depositata in
comune la variazione della destinazione d’uso e perché non offrano
alla Caritas Ambrosiana l’alternativa dell’altra metà delle
“Villette”, quella abitata fino al mese passato dalla comunità
“La Parabola”, quindi sicuramente avente tutti i requisiti di
abitabilità.
Ad
entrambi, dopo sette mesi di inattività, andrebbe chiesto come
intendano realizzare l’accoglienza dei migranti, rispondendo in
concreto a quanto sollecitato da Papa Francesco e dal Cardinale
Scola.
Firmato da Cesare DG e da Gemma Tonucci
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